L'ONICOGRIFOSI
E' una patologia ungueale che colpisce prevalentemente l'alluce, ma che può interessare anche tutte le dita contestualmente.
L'unghia si presenta con una crescita abnorme molto ispessita, dura secca ed irregolare, la comparsa di ondulazioni e solchi è determinata da una disfunzione strutturare fisiologica, conosciuta come “Linee di Beau” ed è l’evidente sintomo di temporanee interruzioni e riprese della crescita della lamina ungueale, cagionata da malnutrizione, infezioni o effetti collaterali di farmaci. La carenza molecolare di cistina (proteine) ed elastina (aminoacidi) determina la rigidità della placca ungueale. L’unghia vista con un ecografo si rappresenta come se fossero tre fogli poggiati uno sull’altro: la placca è il corpo ungueale e si trova al centro sotto la zona laminare smaltata che si trova a contatto con l’esterno e germoglia dal letto ungueale che la parte più bassa deputata a dare il giusto nutrimento all’apparato ungueale; la placca è paradossalmente risultante il vero corpo ungueale essendo iper-vascolarizzata. L’unghia è un annesso cutaneo importantissimo, traspira dieci volte più della pelle ed ancora oggi risulta un terminale importante per vedere dentro il corpo, la sua colorazione è immediato indice di eventuali problemi fisiologici del corpo, possiamo rilevare con immediatezza eventuali carenze di ossigenazione o evidenza intossicazioni e/o addirittura di avvelenamenti. Ma lo scopo esistenziale dell’apparato ungueale rimane quello di proteggere le dita e lo fa sorprendentemente bene. Poniamo una piccola digressione discorsale per inserire in incipit interpretativo della struttura ungueale: “pensiamo metaforicamente alle calzature antinfortunistiche, la loro punta è rinforzata da un cappellotto di acciaio, quel cappellotto però non è costituito da acciaio normale, bensì da acciaio armonico temperato, un acciaio molto elastico. Quando arriva un peso sulla punta della scarpa l’acciaio si spancia deflettendosi appena e di seguito rilascia una forte energia elastica respingendo la spinta ricevuta”. Rientrando nell’evento discorsale possiamo letteralmente affermare che quelle calzature hanno preso ispirazione, meglio hanno copiato letteralmente il comportamento dell’apparato ungueale ed il suo scopo. Quando l’unghia, però, si trova in credito di nutrimento iniziano i guai, inizia a determinarsi una disidratazione che determina una sorta di autodistruzione producendo onicolisi di natura nutritiva cagionando sovrapposizione del tessuto trofo-meccanico connettivo sottoungueale che fa scaturire conseguente onicodismorfosi che si auto-alimenta in modo perpetuo man mano che l’unghia viene spinta dall’iponichio più forte e robusto che continua indenne il suo lavoro di spinta propulsiva dell’unghia, il letto ungueale degredisce provocando anonichie con distaccamento della placca cagionando svuotamenti sottoungueali, determinando un effetto domino patologico involutivo causa di un cambiamento in continuo della morfologia del letto ungueale che diviene irregolare e divergente tralignando fortemente dal suo disegno originario. Di grande importanza sarà la corretta valutazione fisiologica strutturale del corpo ungueale, il più delle volte concausa o addirittura causa dell’onicopatia, Può essere di origine congenita od acquisita: la disposizione congenita si riferisce essenzialmente ad un difetto strutturale dell’iponichio, essendo la porzione più imponente della matrice ungueale tanto da determinare la spinta di crescita e l’espulsione della lamina, contribuisce al nutrimento del letto ungueale malamente scatenando una involuzione onicopatica a partire generalmente dall’età adulta intorno a i 40 – 50 anni, ma può presentarsi molto prima scatenata da traumi contusivi importanti o anche microtraumi persistenti e continuativi causati da calzature non appropriate. La cura prevede un trattamento riabilitativo a lungo termine: in entrambi i casi si dovrà contenere l’evoluzione dismorfica, con periodiche sedute podologiche che correggono la morfologia ungueale. Il più delle volte l'onicogrifosi può essere associata all'onicomicosi, questo accade perché proprio a causa dell'eccesivo spessore unito alla disidratazione innescata dalla carenza molecolare, si creano nell'unghia delle fessurazioni profonde, vere e proprie microfratture che favoriscono l’entrata di parassiti e miceti. Esiste un minima probabilità di conversione della patologia che trova margini di successo importanti soprattutto quando si interviene su unghia molto giovani e/o quando l'onicogrifosi è di origine traumatica. Il Podologo oltre a squadrare i bordi laterali dell'unghia e ad appianare lo spessore della stessa controllandone periodicamente l’evoluzione morfologica, provvede a , provoca una pressione continuativa e funzionali a livello della matrice e sul letto ungueale a partire dall’iponichio incapsulato ed ingabbiando letteralmente la lamina ungueale sotto una cupola di resina podologica mediante una specifica resina podologica di nuova generazione che è polvere acrilica del tutto innovativa opportunamente elaborata al punto da divenire un cristallo elastico e traspirane che imita la placca ungueale e che ha lo scopo di delimitare la crescita abnorme e guidarla provocando al di sotto una rielaborazione morfo-geometrica specchiata. L'asportazione dell'unghia dovrebbe essere limitata a casi eccezionali, poiché l'asportazione stessa provoca un trauma a livello del letto ungueale. Vanno altresì, sempre, asportate le porzioni di lamina ungueale amorfe liberando il corpo ungueale sano. La rieducazione ungueale comporta un lungo lavoro di collaborazione fra paziente e podologo che deve andare avanti con sedute periodiche e terapie topiche elaborate dal sanitario per poter essere gestite ed attuate al domicilio dal paziente. Occorre che il paziente abbracci in pieno il percorso riabilitativo che può essere ostico ed il più delle volte deludente, non nella fase iniziale dove il paziente rivede migliorata da subito l’immagine della figura ungueale, ma nel bel mezzo della cura riabilitativa quando i riposizionamenti morfo-geometrici si scontrano con il persistere pregresso percorso dismorfico che la placca stessa trattiene in modo memonico rallentano opponendosi al nuovo percorso regolare intrapreso. Il primo sintomo di opposizione si ha quando la crescita della lamina ungueale rallenta fortemente, ma questo sintomo oltre ad essere uno tentativo di stop rieducativo è una conferma dell’iniziale riallineamento sistemico dell’intero apparato ungueale. La terapia riabilitativa solitamente riesce ad avere un successo immediato e visibile subito dopo l’intervento del podologo che riqualifica anche esteticamente l’unghia, e prosegue per il primo anno: il paziente dovrà fare sedute periodiche ogni 40 – 50 giorni; e comincia a rallentare mostrando solo a tratti piccoli timidi passi verso la risoluzione; la definizione del percorso riabilitativo vede dopo circa 2 o 3 anni un buon risultato che può essere implementato ulteriormente con successi sempre più piccoli, ma che possono se sostenuti portare a perseguire un risultato sempre migliore; in verità il paziente dovrebbe comunque, anche qualora la riabilitazione abbia avuto un successo strepitoso dal punto di vista funzionale ed estetico, situazioni non rare, direi anche abbastanza comini, dicevo dovrebbe comunque attenzionare l’unghia sempre con sedute periodiche almeno ogni 3 – 4 mesi e destinare rilievo ed importanza alle indicazioni date dal podologo per evitare recidive con recrudescenze patologiche.