L' ONICOGRIFOSI

E' una patologia ungueale che colpisce prevalentemente l'alluce. L'unghia si presenta con una crescita abnorme molto ispessita ed irregolare, questo a causa di una cambiata dislocazione del letto ungueale, ma sopratutto della sua matrice che dovrebbe predisporne la velocità di crescita dando inoltre un indirizzo di spessore alla lamina ungueale.

Il più delle volte l'onicogrifosi può essere associata all'onicomicosi, questo succede perché proprio a causa dell'eccesiva crescita, si creano nell'unghia delle microfratture dove vanno ad attecchire parassiti e miceti. Può essere di origine congenita ed acquisita.  In entrambi i casi la si può contenere nella sua evoluzione dismorfica, con periodiche sedute podologiche che ne correggono la crescita involutiva; di grande importanza sarà la corretta valutazione fisiologica strutturale del corpo ungueale, il più delle volte concausa o addirittura causa dell’onicopatia. La carenza molecolare di cistina (proteine) ed elastina (aminoacidi) determina la rigidità della placca ungueale (la placca è il corpo ungueale e si trova sotto la zona laminare e germoglia dal letto ungueale) paradossalmente risultante è il vero corpo ungueale essendo iper-vascolarizzata, in credito di nutrimento produce onicolisi cagionando sovrapposizione del tessuto trofo-meccanico connettivo sottoungueale che fa scaturire conseguente onicodismorfosi che si auto-alimenta in modo perpetuo man mano che l’unghia viene espulsa determinando un effetto domino patologico involutivo. Esiste un minima probabilità di conversione della patologia che trova margini di successo importanti soprattutto quando si interviene su unghia molto giovani e/o quando l'onicogrifosi è di origine traumatica. Il Podologo oltre a squadrare i bordi laterali dell'unghia e ad appianare lo spessore della stessa controllandone periodicamente l’evoluzione morfologica, provvede a , provoca una pressione continuativa e funzionali a livello della matrice e sul letto ungueale a partire dall’iponichio incapsulato ed ingabbiando letteralmente la lamina ungueale sotto una cupola di resina podologica mediante una specifica resina podologica di nuova generazine che è polvere acrilica del tutto innovativa opportunamente elaborata al punto da divenire un cristallo elastico e traspirane che imita la placca ungueale e che ha lo scopo di delimitare la crescita abnorme e guidarla provocando al di sotto una rielaborazione morfo-geometrica specchiata. L'asportazione dell'unghia dovrebbe essere limitata a casi eccezionali, poiché l'asportazione stessa provoca un trauma a livello del letto ungueale. Vanno altresì, sempre, asportate le porzioni di lamina ungueale amorfe liberando il corpo ungueale sano. La rieducazione ungueale comporta un lungo lavoro di collaborazione fra paziente e podologo che deve andare avanti con sedute periodiche e terapie topiche elaborate dal sanitario per poter essere gestite ed atyuate al domicilio dal paziente. Occorre che il paziente abbracci in pieno il perorso riabilitativo che può essere ostico ed il più delle volte deludente, non nella fase iniziale dove il paziente rivede migliorata da subito l’immagine della figura ungueale, ma nel bel mezzo della cura riabilitativa quando i riposizionamenti morfo-geometrici si scontrano con il persistere pregresso percorso dismorfico che la placca stessa trattiene in modo memonico rallentano opponendosi al nuovo percorso regolare intrapreso. Il primo sintomo di opposizione si ha quando la crescita della lamina ungueale rallenta fortemente, ma questo sinto oltre ad essere uno tentativo di stop rieducativo è una conferma dell’iniziale riallineamento sistemico dell’intero apparato ungueale. La terapia riabilitativa solitamente riesce ad avere un successo immediato e visibile subito dopo l’intervento del podologo che riqualifica anche esteticamente l’unghia, e prosegue per il primo anno: il paziente dovrà fare sedute periodiche ogni 40 – 50 giorni; e comicia a rallentare mostrando solo a tratti piccoli timidi passi verso la risoluzione; la definizione del percorso riabilitativo vede dopo circa 2 o 3 anni un buon risultato che può essere implementato ulteriormente con successi sempre più piccoli, ma che possono se sostenuti portare a perseguire un risultato sempre migliore; in verità il paziente dovrebbe comunque, anche qualora la riabilitazione abbia avuto un successo strepitoso dal punto di vista funzionale ed estetico, situazioni non rare, direi anche abbastanza comini, dicevo dovrebbe comunque attenzionare l’unghia sempre con sedute periodiche almeno ogni 3 – 4 mesi e destinare rilievo ed importanza alle indicazioni date dal podologo per evitare recidive con recrudescenze patologiche